Distrattori cervicali

Artrodesi cervicale

Le patologie dolorose della colonna cervicale rappresentano oramai una patologia sociale ad alto impatto economico; si calcola infatti che tali patologie rappresentino la causa di circa il 25% dei casi di dolore cronico e la prima causa di assenza dal lavoro nei Paesi Occidentali.

Ci riferiamo a tutte le patologie degenerative del rachide cervicale: la patologia artrosica, le protrusioni e le ernie discali, le sindromi delle faccette articolari.

Clinica

Le manifestazioni cliniche sono variabili e dipendono sia dal tipo di struttura coinvolta dal processo degenerativo, sia dalle strutture che vengono secondariamente interessate.

Se il processo patologico determina la compressione di una o più radici dei nervi che originano dal tratto cervicale del midollo spinale produrrà dolore che, dalla regione cervicale, può irradiarsi lungo un lato del braccio e dell’avambraccio fino a interessare le prime o le ultime dita della mano.

Il Paziente potrà anche riferire sensazioni di formicolio o intorpidimento e perdita di forza nell’eseguire specifici movimenti del braccio o della mano. Questa condizione è definita radicolopatia.

Trattamento

Nella maggior parte dei casi sono sufficienti l’esercizio fisico, i farmaci e la fisioterapia per ottenere una riduzione del dolore accettabile, ma nelle situazioni resistenti a queste terapie possono rendersi necessari veri e propri interventi chirurgici. Questi possono essere eseguiti aggredendo le vertebre cervicali per via “anteriore” o “posteriore ed essenzialmente hanno come finalità quella di rimuovere la causa di compressione del midollo o/e delle radici spinali.

Laminectomia e sostituzione discale artificiale si sono dimostrati validi trattamenti per il dolore di origine cervicale, ma sono comunque gravati da un tasso non trascurabile di complicanze post-operatorie e da tempi di degenza più o meno lunghi.

Trattamento percutaneo

Gli ultimi sviluppi della radiologia interventistica hanno visto nascere dei dispositivi che vengono posizionati negli spazi tra le articolazioni delle vertebre cervicali per via percutanea, senza la necessità di vere e proprie incisioni chirurgiche, ma con delle piccole incisioni che vengono effettuate in dei punti “strategici”, individuati per via fluoroscopica e permettono di ottenere un’artrodesi (cioè l’immobilizzazione) delle vertebre cervicali contigue.

L’impianto, costituito da una vite e una rondella che tengono unite le faccette articolari cervicali, ha dimostrato di poter garantire una notevole stabilità del segmento di colonna trattato consentendo allo stesso tempo di aumentare sensibilmente le dimensioni dei forami di uscita delle radici nervose, e quindi di ridurre la sintomatologia dolorosa.

L’intervento viene eseguito in regime di ricovero in anestesia generale, la durata della procedura varia dai 20 ai 40 minuti; successivamente il Paziente dovrà rimanere a letto per le successive sei ore a scopo precauzionale e quindi potrà regolarmente alzarsi. A seconda dei casi potrò essere prescritto l’uso del collare di contenzione per 3-4 giorni oppure il solo riposo domiciliare, cercando di evitare movimenti bruschi del collo.

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