Vertebroplastica percutanea

Cos’è la Vertebroplastica percutanea

La Vertebroplastica percutanea, descritta per la prima volta da Galibert nel 1987, consiste nell’iniezione percutanea di cemento osseo nel corpo vertebrale. Tale metodica risulta efficace nella riduzione o scomparsa del dolore spinale e nel rafforzamento del corpo vertebrale, ma non nella capacità di ripristinare la morfologia del soma e l’allineamento del rachide.

Trova indicazione nel trattamento di fratture vertebrali su base osteoporotica, angiomatosa, mielomatosa o da localizzazione secondaria che causano dolore non responsivo ai trattamenti farmacologici.

Viene definita frattura una riduzione in altezza del soma vertebrale di oltre il 20% delle sue dimensioni iniziali. La lesione fratturativa si viene a generare quando la combinazione del carico assiale e rotazionale sulla colonna eccedono la resistenza offerta dal corpo vertebrale. L’osteoporosi primaria è la principale causa di fratture vertebrali (85%), mentre l’osteoporosi secondaria e le neoplasie ne determinano il restante 15%.

L’alterata biomeccanica spinale dovuta alla deformità cifotica può determinare un sovraccarico a livello delle vertebre adiacenti, aumentando il rischio in queste di sviluppare nuove fratture.

La maggior parte dei pazienti che hanno usufruito di tale terapia hanno riferito un’importante o completa riduzione del dolore potendo così smettere di indossare il busto, ridurre o sospendere l’assunzione di farmaci e migliorare così la qualità della vita.

La Vertebroplastica ha unicamente lo scopo di curare il dolore consolidando la frattura vertebrale e secondariamente quello di stabilizzare una vertebra non guarita, anche se non algica, e dare la possibilità al paziente di iniziare un percorso fisioterapico; è pertanto indispensabile che i pazienti con osteoporosi vengano adeguatamente curati dallo specialista per l’osteoporosi per ridurre il rischio di insorgenza di nuove fratture su altre vertebre.

Nei pazienti con Metastasi vertebrali la Vertebroplastica non è in alcun modo da considerarsi come una terapia oncologica; i pazienti dovranno pertanto continuare ad eseguire le terapie oncologiche anche dopo di essa (es. Chemioterapia – Radioterapia – Altro)

Come si esegue la Vertebroplastica percutanea

La procedura di Vertebroplastica è eseguita in anestesia locale con il Paziente in decubito prono sotto guida fluoroscopica o TC, utilizzando aghi piccolissimi: per nessun motivo è necessario incidere la cute o mettere dei punti.

Un ago da biopsia ossea è introdotto con approccio transpeduncolare, costovertebrale o antero-laterale (nei metameri cervicali). Il cemento osseo viene quindi iniettato nella vertebra per stabilizzare la frattura. Al Paziente viene richiesto di restare disteso a letto nelle successive 4 ore.

Una procedura standard di Vertebroplastica ha una durata di circa 30 minuti per ogni livello vertebrale trattato. La degenza prevista per la procedura è solitamente di 2-3 giorni con dimissione nella prima giornata post-trattamento con terapia antibiotica domiciliare.

Controindicazioni della Vertebroplastica

Le controindicazioni assolute della procedura di Vertebroplastica consistono in disordini della coagulazione, infezioni locali a livello del presunto sito di ingresso (osteomielite e spondilodiscite) e fratture instabili per coinvolgimento del muro posteriore vertebrale con compressione degli elementi neurali.

Controindicazioni relative sono costituite dal grave schiacciamento del corpo vertebrale, dalla mancata integrità dei peduncoli o delle faccette articolari o dall’estensione del tessuto neoplastico all’interno del canale vertebrale.

In ogni Paziente vengono preventivamente valutate le indicazioni al trattamento e successivamente monitorati i risultati nel tempo attraverso visite clinico-radiologiche.

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